La corretta gestione del vapore all’interno delle strutture edilizie è un aspetto determinante per la durabilità e l’efficienza energetica degli edifici. Durante il normale esercizio di una abitazione, infatti, il vapore acqueo migra costantemente attraverso le pareti seguendo i gradienti di temperatura e pressione, influenzando direttamente sia il comfort abitativo sia le prestazioni dei materiali. Comprendere come e perché avviene la traspirazione delle pareti è indispensabile per evitare fenomeni come muffe, condense superficiali e, soprattutto, condensa interstiziale, spesso nascosta ma estremamente dannosa.
In questa analisi approfondiremo il ruolo della traspirabilità dei materiali, la differenza tra materiali a cella aperta e a cella chiusa, e perché la permeanza del pacchetto murario sia un parametro cruciale per garantire un comportamento igrotermico corretto e in linea con le normative vigenti.
Analisi Tecnica della traspirabilità
La traspirabilità delle pareti è fondamentale poiché avviene diffusione di vapore contestualmente alla trasmissione del calore, sebbene in tempi differiti.
Nella fattispecie, la traspirabilità è intesa come la capacità di un materiale di farsi attraversare dall’aria umida, ed avviene per effetto della differenza di pressione (ΔP = Pi – Pe), tra l’ambiente a più alta temperatura (con maggior pressione parziale di vapore Pi: pressione di vapore interna) e l’ambiente a minore temperatura (con minor pressione parziale di vapore Pe: pressione di vapore esterna).
Come ottemperare alle normative?
Per ottemperare alla normativa occorre effettuare verifiche nei confronti della formazione di muffe, condensa superficiale e condensa interstiziale.
Mentre le prime due verifiche dipendono dalla resistenza termica della parete, e quindi dalla temperatura della parete interna Tpi, la verifica nei confronti della condensa interstiziale dipende dalla permeanza M della parete, secondo la relazione conseguente alle ipotesi di moto monodimensionale:
La permeanza della parete esprime la capacità della parete di far passare vapore. A tal proposito è necessario evidenziare la circostanza per cui, al fine di consentire la traspirabilità i materiali devono avere porosità comunicanti, ergo non devono essere a “cella chiusa”.
I materiali a “cella chiusa” non traspirano, e da ciò può conseguire la formazione di condensato sulle superfici di detti materiali, anche per effetto dello scambio di calore latente.
Tali materiali hanno superfici non assorbenti, e la formazione di condensa è immediatamente visibile, e del tutto similare alla condensa che si forma sui vetri, sul pavimento, ecc…
Alla luce di quanto sopra, la presenza di materiali a cella chiusa nella stratigrafia della parete, comporta un’alta probabilità di formazione di condensato, che a seconda dei casi, può affiorare verso l’interno o essere assorbita dai materiali traspiranti di cui si compone la parete stessa. Nella seconda situazione, l’assorbimento di umidità oltre certe soglie, è senz’altro causa di una riduzione delle prestazioni termiche del componente opaco.
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