Negli ultimi anni il cappotto termico interno è diventato una delle soluzioni più efficaci per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, soprattutto nei casi in cui non è possibile intervenire sulle facciate esterne. Parliamo di una tecnica che consente di ridurre la dispersione di calore e migliorare il comfort abitativo senza modificare l’aspetto dell’edificio o affrontare lavori strutturali invasivi.
Il principio è semplice: creare una barriera termica all’interno dell’abitazione, capace di trattenere il calore d’inverno e mantenere più freschi gli ambienti d’estate. L’obiettivo è duplice: ridurre i consumi energetici e mantenere le pareti asciutte e salubri.
Nel 2025, con l’evoluzione dei materiali e delle normative, i cappotti interni si sono trasformati in sistemi intelligenti a basso spessore, spesso riflettenti e traspiranti, che garantiscono risultati paragonabili a quelli di un cappotto esterno, con spessori molto inferiori.
(Vedi anche: Quanto conta lo spessore nell’isolamento termico oppure Afontermo 7 in 1: la soluzione geniale per evitare inutili spessori).
Indice
- 1. Cos’è il cappotto termico interno e a cosa serve
- 2. Vantaggi e limiti del cappotto termico interno
- 3. Spessori e materiali: qual è lo spessore minimo di un cappotto termico interno?
- 4. Traspirabilità e comfort: evitare muffe e condense
- 5. Cappotto interno a basso spessore: la tecnologia del nanocappotto
- 6. Come si applica un cappotto termico interno
- 7. Risultati reali: termografia e prove indoor
- 8. Conclusioni: il futuro dell’isolamento termico interno
1. Cos’è il cappotto termico interno e a cosa serve
Il cappotto termico interno è un sistema isolante che viene applicato sulla superficie interna delle pareti perimetrali di un edificio. Il suo scopo è ridurre le dispersioni di calore attraverso le pareti e migliorare l’efficienza energetica degli ambienti.
A differenza del cappotto esterno, non richiede interventi sulle facciate né impalcature, risultando ideale per:
- appartamenti in condominio con vincoli architettonici o condominiali;
- edifici storici o sottoposti a tutela;
- ristrutturazioni parziali di singoli ambienti (camere, uffici, mansarde).
La sua efficacia dipende da tre fattori principali:
- la conducibilità termica del materiale isolante;
- la traspirabilità della parete (capacità di far passare il vapore);
- la continuità dello strato isolante, che deve evitare ponti termici.
Un cappotto interno ben progettato migliora il comfort invernale, limita la formazione di condense e muffe e contribuisce al risparmio sulle bollette.
(Vedi anche: Quanti tipi di isolamento termico esistono?)
2. Vantaggi e limiti del cappotto termico
I vantaggi di questa soluzione sono evidenti:
- interventi rapidi e poco invasivi, ideali anche per edifici abitati;
- assenza di ponteggi e opere murarie pesanti;
- costi inferiori rispetto a un cappotto esterno;
- miglioramento immediato del comfort termico e acustico;
- possibilità di interventi localizzati (solo su pareti fredde o esposte a nord).
Tuttavia, il cappotto interno presenta anche alcuni limiti, che vanno gestiti con una corretta progettazione:
- rischio di condensa interstiziale, se il materiale non è traspirante;
- riduzione minima degli spazi interni;
- necessità di evitare barriere al vapore che ostacolano la diffusione naturale dell’umidità.
Per superare questi problemi, oggi si utilizzano materiali riflettenti e traspiranti a basso spessore, capaci di isolare senza impedire la “respirazione” della parete.
(Approfondisci: Tecniche di isolamento termico? Tutto quello che devi sapere)
3. Spessori e materiali: qual è lo spessore minimo di un cappotto termico interno?
L’efficacia di un cappotto termico non dipende solo dallo spessore, ma soprattutto dalle proprietà del materiale isolante. I sistemi tradizionali (EPS, XPS, lana di roccia, sughero) offrono buone prestazioni, ma richiedono spessori elevati per ottenere risultati significativi.
Danno inoltre vari problemi per quanto riguarda muffa e condense.
Con l’avvento dei materiali nanotecnologici e riflettenti, come il nanocappotto, è possibile ottenere lo stesso livello di isolamento con pochi millimetri di spessore. Questi prodotti agiscono non solo riducendo la conduzione del calore, ma anche riflettendo la radiazione termica, migliorando l’efficienza sia in inverno che in estate.
Un esempio concreto è rappresentato da Afontermo il Nanocappotto, primo in Italia e certificato, materiale riflettente e traspirante che non necessita di camera d’aria per funzionare correttamente. A differenza dei pannelli isolanti opachi e ad alta emissività, i materiali riflettenti lavorano sulla componente radiante del calore, mantenendo le superfici interne più calde e riducendo la sensazione di pareti “fredde”.
4. Traspirabilità e comfort: evitare muffe e condense
Una parete deve non solo isolare, ma anche traspirare. Se il vapore acqueo prodotto all’interno dell’abitazione non riesce a diffondersi correttamente verso l’esterno, si formano condense superficiali e interstiziali, principali responsabili delle muffe.
La traspirabilità di un materiale è quindi un parametro fondamentale. Gli isolanti sintetici o con barriera al vapore possono ostacolare la diffusione dell’umidità, generando accumuli d’acqua nei punti freddi. Al contrario, un materiale con permeabilità al vapore simile a quella della muratura permette il passaggio graduale del vapore e mantiene le pareti asciutte.
È importante comprendere che la temperatura di rugiada (il punto in cui il vapore condensa) dipende da temperatura e umidità relative interne: un materiale riflettente, termico e traspirante consente di mantenere la temperatura superficiale più alta, allontanando il rischio di condensa.
(Approfondisci: L’importanza della traspirabilità nell’isolamento oppure la traspirabilità con formule e calcoli matematici)
5. Cappotto interno a basso spessore: la tecnologia del nanocappotto
Il concetto di nanocappotto nasce dall’esigenza di combinare alte prestazioni termiche con spessori minimi. A differenza dei sistemi tradizionali, che puntano sulla massa, il nanocappotto sfrutta microstrutture riflettenti per impedire la dispersione di calore.
Materiali come Afontermo rappresentano un esempio di isolante “7 in 1”, capace di offrire:
- isolamento termico invernale;
- isolamento termico estivo;
- basso spessore;
- resistenza al fuoco;
- resistenza agli urti;
- traspirabilità;
- assenza di giunti o accostamenti.
La combinazione di queste caratteristiche lo rende idoneo anche per ambienti abitati, pareti umide, soffitti, nicchie o punti difficili da trattare con pannelli rigidi.
(Vedi anche: Afontermo: Lo Specchio termico e riflettente per l’efficienza energetica)
6. Come si applica un cappotto termico interno?
L’applicazione di un cappotto interno deve essere accurata e seguire una sequenza precisa:
- Preparazione del supporto: pulizia, eliminazione di vecchie pitture o parti incoerenti, eventuale uso di rasanti termici traspiranti per livellare (es. rasanti tipo Rasantermo).
- Applicazione del materiale isolante: il prodotto viene steso o posato in più mani secondo le indicazioni tecniche.
- Finitura superficiale: completamento con Thermopittura la quale è una pittura riflettente, termica e traspirante, in grado di amplificare le prestazioni termiche e mantenere un microclima sano.
In presenza di umidità di risalita o pareti controterra, è consigliato combinare il sistema isolante con prodotti deumidificanti (es. intonaci come Novomur), per garantire un risultato duraturo e stabile.
(Approfondisci: Cappotto termico interno: applicazione rasante termico)
7. Risultati reali: termografia e prove indoor
La termografia a infrarossi è lo strumento più affidabile per verificare il comportamento di un materiale isolante. Attraverso le immagini termiche si possono visualizzare le aree di dispersione e confrontare le superfici trattate con quelle non isolate.
Gli studi termografici condotti su materiali riflettenti come Afontermo mostrano una riduzione evidente della dispersione termica e un aumento della temperatura superficiale interna, segno che il calore rimane all’interno dell’ambiente.
Anche le prove indoor confermano l’efficacia dei cappotti a basso spessore: grazie alla loro capacità di riflettere la radiazione termica, migliorano non solo l’efficienza energetica ma anche la sensazione di comfort percepito dalle persone.
(Vedi anche: Il nanocappotto funziona davvero? Prove tecniche e calcoli)
8. Conclusioni: il futuro dell’isolamento termico interno
Il cappotto termico interno non è più una soluzione “di ripiego”, ma una vera e propria alternativa tecnologicamente avanzata al cappotto esterno.
Grazie ai progressi nei materiali, oggi è possibile isolare, traspirare e risparmiare spazio contemporaneamente, garantendo il benessere abitativo in ogni stagione.
Scegliere un sistema riflettente e traspirante, progettato per lavorare in equilibrio con la muratura, significa investire in comfort, efficienza e durabilità.
Nel panorama delle ristrutturazioni moderne, il cappotto interno rappresenta la nuova frontiera dell’edilizia sostenibile: una soluzione intelligente, sottile e rispettosa della struttura esistente.
Per informazioni sul tuo caso specifico puoi contattarci nella pagina Contatti o cercare il tuo distributore di zona così da prenotare un sopralloguo gratuito.
FAQ: Domande Comuni sul Cappotto Termico Interno
- Il cappotto interno fa perdere spazio?
Sì, ma in misura minima: i sistemi a basso spessore richiedono dai 3 ai 10 mm di materiale, senza modificare gli ambienti. - Si può applicare su pareti umide?
Sì, ma solo se prima viene risolto il problema di umidità con intonaci deumidificanti o trattamenti specifici. - Quanto dura un cappotto interno?
Un sistema di qualità, applicato correttamente, mantiene le sue prestazioni per oltre 20 anni. - Posso usare il cappotto interno anche d’estate?
Sì. I materiali riflettenti agiscono anche come barriera al calore estivo, migliorando il comfort e riducendo l’uso del condizionatore. - Qual è lo spessore minimo efficace?
Dipende dal materiale: un nanocappotto riflettente può essere efficace già tra i 4 ed i 12 mm, mentre un pannello tradizionale ne richiede almeno 5-8 cm. - Quanto costa il cappotto termico interno?
Il costo dipende dal tipo di materiale scelto, dallo spessore e dalla superficie da trattare. In generale, un sistema a basso spessore risulta più economico sia per la quantità ridotta di materiale sia per la rapidità di posa, che limita tempi e manodopera. Anche la presenza di prodotti complementari – come rasanti o pitture termoriflettenti – può incidere sul prezzo finale, ma garantisce un risultato più duraturo e performante.